alcuni TERMINI di storia

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°Camilla°
view post Posted on 5/10/2007, 09:38




POPULISMO
Movimento politico e culturale nato in Russia (narodnicestvo, da narod, popolo) attorno alla metà del XIX secolo e alimentato da una visione sentimentalistica e idealizzata delle masse popolari, in particolare quelle contadine. Fenomeno complesso, il populismo rappresentò da un lato la presa di coscienza, da parte di giovani intellettuali, dei gravi problemi economici, sociali, politici e morali che travagliavano la Russia ottocentesca, dall'altro il primo tentativo di fornire una soluzione nuova e adeguata a tali problemi. Due furono le correnti di pensiero che lo contraddistinsero: "slavofilismo", sostenuto dall'idea che la civiltà occidentale fosse ormai corrotta e decadente e che solo le virtù del popolo russo (la fede ortodossa, l'umiltà, la pazienza di fronte alla sofferenza, la solidarietà) avrebbero potuto salvare la Russia da un analogo destino; e la corrente "occidentalista", che al contrario riteneva l'occidente un modello non solo industriale o tecnologico, ma anche politico e civile. Entrambe le correnti convergevano nell'individuare nell'obscina l'elemento originale di una forma di comunismo spontaneo che avrebbe impedito quelle forme di degenerazione sociale che si erano manifestate nello sviluppo occidentale. Sconfitto sul piano politico dall'autocrazia, sul piano teorico il populismo fu sostituito dal marxismo nel corso degli anni novanta dell'Ottocento.


NICHILISMO
Movimento politico-filosofico sviluppatosi in Russia poco dopo il 1860. Rifiutava la morale tradizionale, la famiglia e l'idealismo della generazione precedente. Il termine, divenuto di uso corrente in seguito alla pubblicazione del romanzo di Ivan Turgenev Padri e figli (1862), fu a lungo usato impropriamente per indicare le molte e diverse forme di pensiero e prassi rivoluzionaria della Russia ottocentesca, dal terrorismo alle varie attività contro l'ordine costituito. In realtà il movimento, ancor prima che al dispotismo politico, si oppose a qualunque forma di costrizione morale nella vita privata dell'individuo. Fautore di un individualismo assoluto, nemico di tutti gli obblighi imposti dalla società, dalla famiglia e dalla religione, tra il 1860 e il 1870 conquistò l'ala più combattiva degli studenti e intellettuali russi. Ebbe nella rivista "Russkoe Slovo" (La parola russa, soppressa nel 1866) il suo organo di propaganda e in N.A. Dobroljubov e D.I. Pisarev i suoi maggiori esponenti. Essenzialmente anarchico poiché in primo luogo teso all'emancipazione personale, dopo il 1870 fu soppiantato da un nuovo movimento politico, il populismo, mirante all'emancipazione sociale collettiva.


BOLSCEVICHI
Membri del Partito operaio socialdemocratico russo aderenti alle tesi di Lenin che ottennero la maggioranza al II congresso del partito (1903), contro i menscevichi (bolscevichi significa appunto "maggioritari" in russo). Dopo la rivoluzione del febbraio 1917, questo nucleo di rivoluzionari professionali si staccò definitivamente dai menscevichi. Il Pcus mantenne la qualifica di bolscevico fino al 1952.


MENSCEVICHI
(1903-1917). Esponenti della corrente minoritaria del Partito operaio socialdemocratico russo, costituitasi nel 1903. Capeggiati da Martov, al congresso di Londra del Posdr (1903) entrarono in contrasto con i bolscevichi sulla questione dell'organizzazione del partito: mentre il gruppo di Lenin voleva un organismo fortemente centralizzato e formato esclusivamente da rivoluzionari professionisti, i menscevichi preferivano un'associazione più larga e libera. La rivoluzione del 1905 evidenziò una fondamentale divergenza fra le due correnti in merito alla strategia rivoluzionaria. In contrasto con lo schema proposto da Lenin, i menscevichi traevano dall'analisi marxiana dello sviluppo sociale e dal riconosciuto ritardo della Russia la conclusione che il carattere della rivoluzione poteva essere soltanto democratico e borghese: la rivoluzione avrebbe dovuto dare il potere alla borghesia in una società capitalistica, all'interno della quale il proletariato sarebbe cresciuto numericamente e politicamente. Dopo la vittoria dei bolscevichi nel 1917, molti esponenti menscevichi emigrarono a Berlino dove fondarono un centro di opposizione antisovietico.


SOVIET
(consiglio) Organismo elettivo russo, cellula base della democrazia di massa su cui fu originariamente organizzata la struttura statale dell'Urss. Il primo soviet nacque a Pietroburgo durante la rivoluzione del 1905. Risorti con la rivoluzione del febbraio 1917, i consigli degli operai, soldati e contadini si svilupparono come strumento rivendicativo e luogo privilegiato d'intervento politico delle correnti socialiste. I bolscevichi, in particolare, fondarono la loro strategia insurrezionale sull'egemonia dei soviet come strumenti di potere alternativo sia all'apparato burocratico zarista che ai governi provvisori borghesi (Tutto il potere ai soviet fu la parola d'ordine di Lenin). Allo scoppio della rivoluzione d'ottobre (1917) il II Congresso panrusso dei soviet seguì le indicazioni dei bolscevichi proclamandosi depositario del potere statale e approvando i decreti sulla pace e sulla terra redatti da Lenin. Da allora i soviet divennero la base del nuovo ordinamento statale, anche se progressivamente svuotati d'autonomia decisionale e sempre più direttamente condizionati dalle decisioni del Partito comunista. L'ordinamento sovietico si costituì in forma piramidale partendo dai soviet dei villaggi e delle città (eletti da tutti i cittadini), passando per quelli delle repubbliche, fino al Soviet supremo, il parlamento federale dell'Urss.
 
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