| PARADOSSO DI KEYNESDOVE C'E' IL QUADRATINO IN REALTA' C'è UNA FRECCIA“se in una economia, si vuole risparmiare di più, bisogna spendere di più”1. Un maggiore risparmio permette di effettuare nuovi investimenti, quindi crea nuovi posti di lavoro e riduce la disoccupazione.2. Un maggiore risparmio significa minori consumi, quindi minore domanda, minori occasioni di lavoro e maggiore disoccupazione.Queste due affermazioni sono valide entrambe, ma una vale nella teoria classica (legge di Says: il pil potenziale coincide con il pil effettivo, se si vogliono aumentare i risparmi bisogna diminuire i consumi); mentre l’altra vale nella teoria keynesiana.Nella TEORIA CLASSICA, cioè in una economia a basso reddito, si suppone che il pil effettivo e quello potenziale coincidano, ciò significa che le capacità produttive sono pienamente utilizzate e quindi che se si vuole produrre più beni d’investimento, bisogna produrre beni di consumo, liberando in tal modo un po’ di capacità produttiva. Quindi nel mondo classico, se si consuma di meno e quindi si risparmia di più, si fanno più investimenti e ciò darà nuovi macchinari a coloro che vogliono lavorare, ma non possono farlo perché prima non vi erano macchinari a sufficienza. Invece nel MODELLO KEYNESIANO, cioè in una economia ad alto reddito, il pil effettivo si trova stabilmente al di sotto del pil potenziale, a causa del fenomeno della moneta inoperosa: + si risparmia? - si spende? peggiora il clima di fiducia delle imprese? le imprese spendono - ? diminuisce il pil effettivo? aumenta la disoccupazione e si tratterà di una disoccupazione keynesiana, cioè per insufficienza di domandaQuindi in un contesto classico, il risparmio determina l’investimento, mentre in un contesto keynesiano è la domanda e quindi gli investimenti a determinare il risparmio. Infatti se c’è la capacità produttiva inutilizzata, investendo di più di produce di più, aumenta il pil effettivo e quindi aumenta il reddito, di conseguenza aumenta anche il risparmio.
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